duevite

Foto del mese

Arrivederci…(foto di Ben Huybrechts)

Pensieri della notte

Una notte parzialmente insonne dove i pensieri riescono a prendere il sopravvento e la razionalità funzione solo ad intermittenza, ed allora eccomi qua a “navigare” su internet e/o a curiosare su Facebook.
Le mie (poche) certezze a volte si trasformano in punti di domanda…ma, per fortuna, come dice una canzone dell’indimenticabile Mia Martini “questo inverno passerà…”

fare sesso

Non sono un uomo curioso, avido del sapere sul sesso e sull’erotismo, come lo può essere un giovane o uno studente, però è indubbio che l’argomento è stuzzicante e ha diverse chiavi di lettura, anche filosofica.
Fare sesso non è noioso come andare al lavoro o fare il bagno è diverso, decisamente diverso.
Sentirsi sessualmente attivi di solito viene etichettato come “stimolo” o “urgenza”, anche se questi due termini suggeriscono, con disinvoltura che quella “forza” parte da VOI, voi avvertite l’urgenza,, lo stimolo è il “vostro” strumento, quando invece vi limitare semplicemente a rispondere a quella “forza”.
L’impulso sessuale nasce da un bisogno atavico: il sesso serve per continuare la specie. Quando invece lo consideriamo un puro divertimento facciamo uso di metodi contraccettivi (non necessari nell’omosessualità), e poi c’è la faccenda di questo impulso tanto forte che non sappiamo da dove derivi in realtà.
Questa sensazione di scioglimento all’altezza dei reni, la rapida richiesta che parte da metà del corpo e cerca una reazione corrispondente nel partner, l’arco promissorio che vi lega, sono tutti stratagemmi attuati dalla specie umana nella sua missione di unirvi a un altro essere.
Senza l”impulso sessuale la specie umana morirebbe, questa forza vitale sta anche nel fatto che il sesso è vita, quindi in opposizione alla morte che tanto ci angustia e contraria, che tanto sentiamo nemica e ci fa paura.
Perchè la specie continui, il sesso deve implicare la morte della generazione presente. per fare una similitudine è come avviene nel mare: mentre l’onda successiva si prepara in un crescendo di energia, la prima si infrange.
Forse adesso, piu’ di una volta, gli amanti auspicano il legame tra amore e sesso. per noi oggi, il sesso è una cosa speciale perchè combina (o dovrebbe combinare) il piacere erotico con l’affetto e la dolcezza, il piano fisico con il piano emotivo.
In definitiva nel sesso, l’unione tra i corpi punta si alla soddisfazione animale, ma serve anche da analogia per qualcosa di più nobile che procede in parallelo, cioè l’unione di due menti.
Nella concezione moderna del sesso l’amore arriva prima delle carezze e dell’eccitazione e resiste MOLTO DOPO, dunque se è la lussuria a innescare il sesso, è l’amore a innescare l’innesco. (Perdonate il gioco di parole – Postato con l’aiuto di un bel saggio di Robert Rowland Smith).

 

Dobbiamo essere…

Dobbiamo essere cortesi con un uomo come lo siamo con un quadro, cui siamo disposti a concedere il vantaggio di una luce favorevole.
(Ralph Waldo Emerson – 1803/1882 – Filosofo e scrittore statunitense)

La mirra

La MIRRA è una gomma resina aromatica che si estrae da un albero (genere Commiphora) e ne esistono circa 50 specie.
La più usata proviene dei paesi dell’Oriente (Penisola Arabica) e dell’Africa (Somalia, Etiopia, Sudan). A fine estate sul tronco dell’arbusto compaiono piccolinoduli dai quali cola in piccole goccie gialle la mirra.
Il termine viene dal latino Myrra (o Myrrha) a sua volta derivato dal greco e dal semitico “Mrr” che significa -amaro- per il suo sapore.
Già conosciuta dall’anticihità (Egitto), viene nominata nella Bibbia come uno dei principali componenti dell’olio santo per le unzioni, ma anche come profumo.
Simboleggia l’unzione del Cristo (vi ricordate che ne fece dono uno dei Re Magi al bambin Gesù?). Nell’antica Grecia la si mescolava con il vino ed è presente in un episodio mitologico legato ad Adone (la cui madre si chiamava Mirra).
Oggi è utilizzata come componente in prodotti farmaceutici (come antisettico e antinfiammatorio orale) e in profumeria.
Da oltre tremila anni 8scusate se è poco!) viena anche usata come disinfettante delle vie intestinali.

Genitori e figli

Ad un figlio i genitori possono dare solo due cose: le radici e el ali. (proverbio canadese)

Snoopy e la filosofia del tostapane

Respiri di vita

Il numero dei respiri che fate nella vostra vita è irrilevante, quello che conta sono i MOMENTI che il respiro ve lo tolgono.
(dal film: “Hitch”)

Amore: non chiedere…

Non chiedere ad una foglia di stare ferma: non può c’e’ il vento.
Non chiedere al sole di splendere un giorno intero: non può c’e’ la notte.
Non chidermi di dimentiarti: non posso perchè ti amo.
(Anonimo)

Hunger Games – Cinema Giovane

Hunger Games, è un prodotto cinematografico specificamente pensato per il pubblico giovane che offre ai ragazzi una confezione ben concepita, profondità introspettiva ma soprattutto spunti di riflessione. Un film che è lontano anni luce dalla saga di Twilight e lo si è potuto capire già dalla scelta del regista, Gary Ross che con Pleasantville e Seabiscuit aveva dimostrato di essere un cineasta in grado di padroneggiare lo spettacolo adatto al grande pubblico senza però renderlo piatto, anzi condendolo con delle sottotrame sempre capaci di rivelare il lato inquietante della facciata conciliatoria americana.
Hunger Games parte come un film nervoso, pieno di inquadrature “sporche”, di macchina a mano assemblata con un montaggio estremamente serrato. Questa scelta estetica ben precisa all’inizio si rivela addirittura eccessivamente ostentata, in quanto non permette bene di mettere a fuoco ambienti, situazioni ed anche i personaggi, fattore che per un film di fantascienza è piuttosto importante.
L’inizio e un pò faticoso ma comunque coerente nelle direttive sia estetiche che narrative, il lungometraggio comincia a salire di colpi quando inizia la gara mortale tra i giovani partecipanti. La durezza delle situazioni accresce la drammaticità della storia, e questo permette alla protagonista Jennifer Lawrence (bellissima oltre che brava) di esplicitare con maggiore efficacia le sue notevoli doti d’attrice. Ci troviamo veramente di fronte a un’interprete che a soli ventun’anni riesce perfettamente a riempire un personaggio e a svelarne i lati nascosti. C’è anche da sottolineare però che la sua Katniss Everdeeen è un ruolo molto interessante nella sua fragilità celata e nel suo bisogno quasi primitivo di aggrapparsi e di proteggere chi le sta intorno. Risulta poi interessante che l’arco narrativo di Katniss non sia delineato in modo classico ma rimanga piuttosto indefinito, o meglio “aperto” per una presa di coscienza che verosimilmente avverrà nei prossimi episodi dell’annunciato franchise.
Già, perché Hunger Games semina anche in alcune scene dei momenti che non è illecito supporre “politici”, e che riempiono ancor di più una sceneggiatura già densa. Altra sottolineatura la merita il valevole gruppo di caratteristi che compone il cast di supporto del film: una particolare parola di elogio va spesa per l’intramontabile Donald Sutherland, mellifluo e ipnotico come soltanto lui sa essere. Per quanto riguarda invece il lato più specificamente tecnico del film, la fotografia di Tom Stern e le musiche sempre poetiche di James Newton Howard sono le cose più riuscite.
Cinema per giovani capace di scavare in profondità e proporre uno spettacolo non superficiale. Hunger Games riesce dove negli ultimi anni questo tipo di intrattenimento aveva pesantemente fallito. C’è qualche sbavatura e qualche imperfezione, ma il prodotto finale è davvero buono.

(i tre principali protagonisti del film – Foto presa dal web)